«Vivo da sempre a Codroipo (UD) e campo insegnando storia e filosofia nei Licei. Mi sono avvicinato alla poesia assorbendo la lezione (umana e culturale) di Amedeo Giacomini che pubblicò alla fine degli anni Novanta una mia breve e ingenua raccolta (Anìmula) nella sua gloriosa rivista Diverse linguE. Negli stessi anni un altro mio lavoro (Diari roman) venne segnalato al premio letterario nazionale Noventa-Pascutto. Poi il silenzio… Assordante peraltro, perché nel frattempo ho pubblicato vari saggi e monografie a tema storico e filosofico, mi sono dedicato alla politica, alla famiglia, all’insegnamento, alle traduzioni, alla critica teatrale e letteraria, a scrivere racconti per bambini… Ma la poesia sembrava essermi morta dentro, come un filone che si fosse esaurito. Fino al recentissimo Jonas, di cui sono molto orgoglioso, che mi ha tenuto occupato per anni, tra rifiuti e rifacimenti, e che a breve sarà pubblicato. In poesia l’unica lingua che so usare è il friulano, nelle molte varianti che esistono e nelle infinite che posso permettermi di inventare.»