Lavori che sconfinano tra il passato e il presente, opere ricche di suggestioni orientali, tessuti trasformati in reliquie di segni e di simboli, carte lievissime che aspirano al volo, fili di ferro mutati per piacere dello sguardo, in elogio del “cammino”, residui industriali interpretati da preziosi segni della “identità”. Luciana Costa Gianello ha sciolto da tempo le trame e gli orditi propri della tessitura per trasformare la pratica artigianale in risultato artistico, attraverso un percorso creativo che l’attualità del termine Fiber art condensa e racchiude. (…) La tessitura si sviluppa come un’opera in continua trasformazione e diventa da matrice, lavoro di sperimentazione, progetto artistico ed espressione di cultura nella continuità di nomi, fino a manifestarsi nell’Arte Povera degli anni sessanta dall’igloo di Mario Merz agli Arazzi di Alighiero Boetti, ad altre aperte e sensibilissime nell’uso di pelle, carte, piume, poliuretano, materiali impropri e innovativi, di grande novità. Per Luciana Costa Gianello basta condensare letture, conoscenze ed esperienze e quindi fondere nel risultato delle opere le molte immagini, le idee, le associazioni mentali e così concedersi modelli di valore, dal distacco esistenziale, e proiettati, per poetica, su un linguaggio più universale.
Ha operato nel campo della tessitura fin dal 1978.
Maria Lucia Ferraguti, storico e critico d’arte, 14 febbraio 2014 (qui).
Eventi 2015
Sabato 11 luglio ore 17.30: Libri di versi 7